I vincitori della seconda edizione di Working Title Film Festival

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Foto: LeStraniere

Si è chiusa la seconda edizione di Working Title Film Festival, festival del cinema del lavoro, con la cerimonia di premiazione la sera del Primo maggio, al Cinema Primavera di Vicenza. Fra i 17 film internazionali in concorso, la giuria formata da Francesco Clerici, Maria Grosso, Soheila Javaheri, Razi Mohebi e Chiara Zanini ha assegnato un premio ex aequo per il miglior lungometraggio e il premio al miglior cortometraggio, oltre a tre menzioni speciali per i “lunghi” e due menzioni speciali per i “corti”. Oltre l’80% degli autori in concorso erano under 35, come previsto dal bando, e anche fra i premiati hanno prevalso registi giovani.

Al miglior “lungo” e “corto” sono stati consegnati premi originali ideati e realizzati da Giulia Malesani e Roberto Simoncello, due maker del FabLab di Dueville (Vicenza), utilizzando stampante 3d e macchina a taglio laser. Gli oggetti riproducono un alveare giallo stilizzato che riporta la sigla “WTFF”, logo di Working Title Film Festival.

I film premiati

Olivia Rochette e Gerard-Jan Claes
Olivia Rochette e Gerard-Jan Claes

Per la categoria lungometraggi (film sopra i 50 minuti di durata) il primo premio ex aequo è andato ai due documentari Pouding Chômeurs / Requiem for Unemployment (Canada, 2015, 70′) di Bruno Chouinard (classe 1966) che racconta dei lavoratori stagionali del Quebec alle prese con la burocrazia sempre più asfissiante del welfare e la loro lotta contro il lento scivolamento verso la povertà, e Grands travaux (Belgio, 2016, 101’) di Olivia Rochette e Gerard-Jan Claes (entrambi nati nel 1987), che racconta un anno di vita scolastica di quattro adolescenti di seconda generazione che imparano il mestiere di elettricisti nella Bruxelles di oggi.

Fra i cortometraggi (di durata inferiore ai 50 minuti) il primo premio è andato al documentario De Hoeder / The Shepherd (Olanda, 2016, 22’) di Joost Van der Wiel (classe 1983), che racconta la vita di Nico van Hasselt, che con passione e dedizione continua ad esercitare la professione di medico di base all’età di novantadue anni, assistendo i pazienti a domicilio e offrendo loro supporto psicologico e vicinanza umana. Il premio è stato ritirato dal produttore Wout Conijn.

Le menzioni speciali

Ecco le menzioni speciali. Fra i lungometraggi E torra s’istadi (documentario di Alice Murgia, nata nel 1994, che ha ritirato il premio – Italia, 2016, 56′), Miewoharu / Eriko Pretended (film di finzione di Akiyo Fujimura, del 1990, che ha ritirato il premio insieme al produttore Taro Imai – Giappone, 2016, 93′) e Mare nostro (documentario di Andrea Gadaleta Caldarola, classe 1979 – Italia, 2016, 55′); fra i cortometraggi Per chi vuole sparare (documentario di Pierluca Ditano, del 1991, che ha ritirato il premio insieme al direttore della fotografia Giovanni Benini – Italia, 2016, 35′) e The potato eaters (documentario di Ben De Raes, classe 1990 – Belgio, 2016, 31′).

Premio Campo Lungo

È stato inoltre assegnato il Premio Campo Lungo, promosso in collaborazione con Coldiretti Vicenza, una sezione trasversale sui film a tematica “verde”, che raccontano il lavoro nell’agricoltura, nella pesca, nell’allevamento, e in generale il rapporto fra il lavoro dell’uomo e l’ambiente naturale. Paola Ballardin, responsabile del coordinamento provinciale Giovani Impresa Coldiretti e Donna Impresa Coldiretti Vicenza, ha premiato I giganti della montagna di Silvia Berretta (documentario, Italia, 2016, 11′). Il film racconta una storia di “ritorno alla terra” di due giovani allevatori in una remota contrada della Val Seriana, mostrandone senza enfasi le soddisfazioni ma anche le tante difficoltà affrontate. Il premio, ritirato dalla regista, è consistito in un cesto di prodotti tipici del territorio vicentino provenienti dall’azienda agricola Le Poscole al canton di Castelgomberto.

Working Title Film Festival mette radici

Per Working Title Film Festival questa seconda edizione, che si è svolta dal 27 aprile al 1 maggio 2017 a Vicenza, è stato un deciso passo avanti verso un radicamento nella città. Ma anche della proiezione internazionale: 22 fra registi, produttori e direttori della fotografia sono stati ospiti del festival e hanno presentato in prima persona le loro opere dialogando con il pubblico, arrivando da Italia, Giappone, Belgio, Olanda, Grecia e Germania.

Numeroso il pubblico che ha partecipato ai due dibattiti su robotizzazione e lavoro e su rifugiati e lavoro (al Polo Giovani B55), alla mostra dei documentari di Netflix “Abstract: The Art of Design” e al party di sabato 29 aprile con dj Entalpia (a Exworks), e ai film, 17 in concorso e 3 fuori concorso al Cinema Primavera. Tre luoghi e tre modi diversi ma complementari di ragionare e interrogarsi sul mondo del lavoro contemporaneo attraverso l’arte cinematografica, obiettivo dell’evento promosso dall’associazione Lies Laboratorio dell’inchiesta economica e sociale.

«Il riscontro da parte del pubblico, con centinaia di presenze in sala ogni giorno, e il calore e l’apprezzamento dei nostri ospiti ci rincuorano e confermano la validità del progetto – afferma Marina Resta, direttrice artistica di Working Title Film Festival –. Ringraziamo i partner che hanno sostenuto l’iniziativa e il pubblico che ha dato un contributo essenziale contribuendo alla campagna di crowdfunding. Con entrambi vogliamo proseguire il percorso intrapreso, mettendoci fin da subito al lavoro per la terza edizione nel 2018».

Le motivazioni dei premi

LUNGOMETRAGGI

PRIMO PREMIO DELLA GIURIA PER IL MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO

EX AEQUO A GRANDS TRAVAUX di Olivia Rochette, Gerard-Jan Claes

E A POUDING CHÔMEURS / REQUIEM FOR UNEMPLOYMENT di Bruno Chouinard

a GRANDS TRAVAUX per la purezza formale, per la limpida costruzione delle inquadrature e del montaggio e per la scelta di affidare alle immagini pure – senza una voce fuori campo e senza interviste – il percorso di un apprendimento di un mestiere, facendo emergere in modo asciutto ma vivido le personalità semplici e allo stesso tempo seducenti dei ragazzi che studiano in un istituto professionale.

 a POUDING CHÔMEURS / REQUIEM FOR UNEMPLOYMENT per la capacita del regista di relazionarsi con i protagonisti delineando un movimento verticale che fa comprendere al pubblico il meccanismo della macchina burocratica statale che ha minato la dignità dei lavoratori.

MENZIONI SPECIALI

a Mare nostro di Andrea Gadaleta Caldarola, per l’attenzione data alla qualità fotografica e quasi pittorica nell’affrescare un mondo “al tramonto”;

a Miewoharu di Akiyo Fujimura, per lo sguardo lieve e profondo con cui sa inoltrarsi nei territori cruciali e poco battuti al confine tra identità e scelta del lavoro; la capacità di raccontare con semplicità ed empatia la realtà emotiva che si cela dentro a una finzione;

a E torra s’istadi di Alice Murgia, per la tenacia, la forza di volontà, l’energia e l’amore nei confronti di una storia, di una persona e di un luogo, un amore che va evidentemente al di là del cinema.

 

CORTOMETRAGGI

PRIMO PREMIO DELLA GIURIA PER IL MIGLIOR CORTOMETRAGGIO

a DE HOEDER di Joost van der Wiel per la capacità di rimettere in discussione il modo tradizionale di immaginare il lavoro nella terza età, costruendo un racconto che ha la stessa grazia del suo protagonista novantaduenne.

MENZIONI SPECIALI

a THE POTATO EATERS di Ben De Raes, per aver saputo creare una partitura squisita e personalissima di riflessione, umanità, bellezza e poesia, e per aver aver saputo immaginare magnifiche congiunzioni tra la manualità di un tempo e l’automazione più estrema del futuro, tra la dignità irriducibile del lavoro di ognuno e lo spirituale dell’arte.

a PER CHI VUOLE SPARARE di Pierluca Ditano per aver saputo raccontare con il proprio film di diploma una storia che ci ricorda quante persone oggi siano costrette a inventarsi un lavoro.

 

PREMIO CAMPO LUNGO

A I GIGANTI DELLA MONTAGNA di Silvia Berretta.

Si chiude la seconda edizione del Working Title Film Festival la rassegna cinematografica dedicata al cinema del lavoro e quest’anno vede anche Coldiretti Vicenza tra i sostenitori. Abbiamo messo in relazione i nostri giovani agricoltori con i loro colleghi esperti di docu-video per uno scambio di esperienze dedicate ai mestieri antichi che sempre più interessano le nuove generazioni. Dietro ad un pescatore, un pastore, un cavatore o un raccoglitore di sughero, fino ai malgari, si nasconde tutta l’espressione della fatica, insieme all’entusiasmo per la riscoperta di una vocazione professionale. Sono proprio i nuovi imprenditori agricoli vicentini a premiare il video vincitore tra i concorrenti in gara per la selezione di Campo Lungo: I giganti della montagna per una scelta di lavoro in una visione di lungo termine. Guardare oltre le difficoltà ambientali, le difficoltà climatiche, le difficoltà fisiche ed economiche per ricreare oltre ad una professione, un sistema di nuovi equilibri di sostenibilità sociale ed etica. Una nuova chiave di lettura territoriale espressione di multifunzionalità e biodiversità. Congratulazioni a Silvia Berretta ed ai collaboratori per I giganti della montagna.

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